Avendo compreso il significato di unità dell’essere uomo, possiamo capire come sia nel bambino che nell’adulto, ogni intervento riabilitativo del cavo orale coinvolge organi e strutture vicine e lontane.
Di fronte ad una malocclusione è importante comprendere che accanto all’alterazione funzionale presente in bocca, ci sarà un adattamento nei distretti exrastomatognatici, che è la risultante o la causa del problema che riscontriamo in bocca e viceversa.
Molto spesso si osserva in individui con posture mandibolari alterate, atteggiamenti scoliotici e posture viziate che possono diventare patologie strutturate.
L’odontoiatra lavora in bocca e quindi opera direttamente nel cranio.
Qualunque intervento riabiliativo deve prendere in considerazione che la bocca non è separata dal cranio e che quindi esiste un collegamento che dal cranio attraverso la colonna vertebrale e la muscolatura arriva fino ai piedi, passando per tutte le strutture esistenti.
Parliamo di postura mandibolo-cranio-cervicale, quindi consideriamo la bocca posturalmente connessa a tutto l’organismo.
Quando facciamo diagnosi di malocclusione non possiamo trascurare l’analisi posturale globale.
Riflessioni
E’ logico che riuscire a capire l’origine del problema e correggerlo alla radice rappresenta la medicina ideale.
Se ci si aggiunge tutto il mondo impercettibile che distingue e diversifica un individuo dall’altro, si realizza una medicina umana.
L’obiettivo è liberare l’individuo dalla costrizione che lo imprigiona e gli impedisce di utilizzare il potenziale di autoguarigione già presente e soprattutto che lo liberi dagli schemi di una programazione sociale responsabile di messaggi “falsati” sul significato di salute.
Il medico deve saper interpretare il linguaggio della “malattia”, considerandola un “bene” attraverso il quale il paziente comunica qualcosa che va oltre il sintomo con cui si esprime.
Il mio augurio è che attraverso la corretta informazione il paziente diventi autonomo e libero di scegliere la medicina a lui più adatta.
Il medico deve essere una guida leggera e semplice per il paziente che chiede consigli e informazione in questo mondo medico complicato e oneroso.
Il medico deve amare il suo lavoro e deve amare il paziente cercando il suo bene, mettendosi in un piano di parità riconoscendo che la medicina è un incontro tra esseri umani.
Il medico deve capire come la “malattia” debba essere una guida per il “malato” e deve essere da guida per il “malato” attraverso la “malattia”, rendendolo indipendente con la diagnosi.
La diagnosi deve essere un’informazione che rende consapevole il paziente di scegliere la giusta medicina per curare la sua vita.
Dr.ssa Nadia Marrazzo