Dottrina Omeopatica Costituzioni e Malocclusioni
lo studio delle costituzioni umane studia i caratteri morfologici, funzionali, intellettivi e psichici, appartenenti alla normalità in un momento in cui domina ancora lo stato fisiologico della salute
La scuola costituzionalista italiana, sintetizza l’essere umano rapportandolo alla piramide pendiana e pone in ugual misura i sintomi relativi alle espressioni psichiche, intellettive, funzionali, morfologiche e la base ereditaria
Allo studio delle costituzioni la dottrina omeopatica ha contribuito con tre sue classificazioni, quella francese, quella italiana e quella di Bernard-Santini-Chiriacò
Ogni costituzione è influenzata dalle quattro diatesi omeopatiche in proporzione diversa: psorica, sicotica, luesinica, tubercolinica
Le diatesi rappresentano la tendenza ad ammalare che ha ogni costituzione e sono conseguenza del fattore ereditario ed ambientale
La diatesi luesinica è caratterizzata da un alterato metabolismo del fluoro e dei suoi composti che induce nel biotipo alterazioni funzionali ed organiche
Il fluoro agisce sul sistema nervoso centrale e periferico (malattie autoimmuni, sclerosi multipla, Sla, parkinson ecc)
Sulle ossa (degenerazione, distruzione, osteiti, necrosi ecc)
Sul tessuto elastico, sulla parete dei vasi sanguigni, sulla pelle
Il luesinico fisicamente presenta testa grande e tronco piccolo
La bocca presenta palato ogivale, dentatura non perfetta, malocclusioni per la presenza del mascellare superiore protruso e mandibola iposviluppata, denti accavallati, diastema tra gli incisivi, agenesia dentale, carie
Anche la diatesi tubercolinica dà un contributo peggiorativo da un punto di vista odontoiatrico alla costituzione che la presenta perché una delle sue caratteristiche è la demineralizzazione ed è predominante nelle costituzioni longilinee
C’è una predominanza dei diametri longitudinali su quelli trasversi
In effetti sono le diatesi che nella vita embrionale determinano la costituzione
Lo studio delle costituzioni porta un contributo interessante in ambito odontoiatrico.
La bocca ci dà indicazioni sulla costituzione del soggetto
Il concetto di costituzione comprende, l’anatomia, la fisiologia, il neuroendocrinismo, lo psichismo
La scienza delle costituzioni ha avuto un’evoluzione nel corso del tempo, dall’aspetto originario antropometrico statico, a quello dinamico correzionalistico
Fin dall’antichità è stata sentita la necessità di riunire in gruppi i tipi umani in rapporto alle caratteristiche che li differenziavano fra loro, per meglio conoscerli nelle loro evoluzioni normali e nelle loro deviazioni
Il concetto di costituzione lo si ritrova nelle considerazioni delle antiche scuole greche e italiche ancor prima di Pitagora per arrivare agli insegnamenti di Ippocrate
Ippocrate , considerò l’uomo come parte indissolubile del cosmo e osservò la correlazione tra i quattro elementi fondamentali del macrocosmo, terra, acqua, aria, fuoco con i quattro elementi fondamentali nell’uomo, linfa, sangue, bile gialla e bile nera
Questi elementi giustamente combinati, davano origine al perfetto temperamento individuale, mentre predominando uno sull’altro originavano quattro temperamenti: linfatico, sanguigno, bilioso (collerico), atra biliare (malinconico)
Il Segaud individuò quattro tipologie: digestivo, respiratorio, muscolare, cerebrale
Digestivo: prevalenza nel viso del segmento inferiore e prevalenza addominale (trapezio a base inferiore)
Respiratorio: prevalenza nel viso del segmento intermedio, prevalenza delle spalle (trapezio a base superiore)
Muscolare: faccia armonica. Tronco armonico (quasi rettangolare)
Cerebrale: faccia con segmento superiore più sviluppato
Nell’individuazione della tipologia dette grande attenzione al viso e al tronco
Successivamente Allendy considerando caratteristiche morfo-funzionali quali tonicità e plasticità e in contrapposizione atonicità e aplasticità individuò quattro biotipi
Atonico-plastico, tonico-plastico, atonico-aplastico, tonico-aplastico
Atonico-plastico. (linfatico di Ippocrate e digestivo di Segaud) anabolismo, imbibizione, anemia, ipotensione, lentezza, apatia
Tonico-plastico. (sanguigno di Ippocrate e respiratorio del Segaud) aumento globuli rossi, buona reattività, prontezza d’azione, impulsività
Tonico-aplastico. (bilioso di Ippocrate e muscolare del Segaud) forte attività epatica, tendenza ipertensione, reattività vivace, energico, collerico
Atonico-aplastico. (atrabiliare di Ippocrate e cerebrale del Segaud) diminuita attività circolatoria, respiratoria, digestiva e muscolare. Tendenza alla sclerosi
Con il De Giovanni (Italia 1838-1916) si pongono i fondamenti delle dottrina delle costituzioni sotto il profilo dell’orientamento patologico e con lui inizia una grande attenzione in Europa e in America a tale dottrina
“lo studio delle costituzioni offre al clinico la possibilità di osservare il graduale passaggio del tipo umano equilibrato dallo stato di salute a quello di malattia, offre al clinico la possibilità di riconoscere le varie disposizioni ereditarie e costituzionali alle malattie e quindi di prevenire le malattie effettuando una terapia razionale orientata non sulla malattia ma sull’uomo inteso come terreno che tende ad ammalarsi” (Santini)
Si passa attraverso la medicina del Viola per arrivare alla biotipologia umana del Pende, che applicò alla tipologia umana l’endocrinologia
Il pende rappresenta il biotipo come una piramide:
profilo morfologico
profilo funzionale
profilo intelletivo
profilo psichico
base ereditaria
Il Pende distinse due tipi fondamentali morfologicamente considerati: il brevilineo e il longilineo, in relazione al loro aspetto dinamico-umorale, cioè al loro orientamento endocrino considerato variante normale della costituzione che può diventare patologico se non mantenuto in equilibrio
Avremo così quattro biotipi con i relativi orientamenti endocrini:
brevilineo astenico, brevilineo astenico, longilineo astenico, longilineo stenico
Il profilo morfologico comprende la forma del viso, studio dei denti, sviluppo degli arti, tono muscolare
Il profilo funzionale comprende energia funzionale, orientamento neurovegetativo, orientamento endocrino, diatesi morbosa dominante
Il profilo intellettivo comprende: memoria, intelligenza, concentrazione mentale, intuizione, logica
Il profilo psichico comprende sentimenti, affettività, emotività, volontà, rapporto con l’esterno
Il Martiny imposta una classificazione costituzionale da un punto di vista embriologico, tenendo conto dei quattro foglietti embrionali primordiali: endoblasta, mesoblasta, cordoblasta, ectoblasta
il biotipo secondo Martiny è determinato in base all’equilibrio fra i foglietti embrionali primitivi che si formano nelle prime tre settimane di vita intrauterina, subito dopo l’annidamento dell’uovo fecondato e lo sviluppo degli annessi embrionali
i foglietti embrionali primitivi sono tre ectoderma, mesoderma, endoderma, ognuno dei quali dà origine ad un gruppo specifico di tessuti; la prevalenza di uno di questi foglietti nel periodo embrionale prelude ad una predominanza nel nascituro dei tessuti che da esso derivano
biotipo endoblastico con eccedenza dell’endoblasta e normalità o deficienza del mesoblasta e sempre deficienza dell’ectoblasta
biotipo mesoblastico con eccedenza del mesoblasta, normalità o deficienza dell’endoblasta e deficienza dell’ectoblasta
biotipo ectoblastico con eccedenza dell’ectoblasta e deficienza del mesoblasta e dell’endoblasta
biotipo cordoblastico con l’equilibrio dei tre foglietti
Ogni biotipo ha comportamenti biologici diversi perché dettati da un diverso patrimonio genetico: anche gli schemi di crescita craniofacciale cambiano di conseguenza
ENDOBLASTA mucose dell’apparato digerente (dalla faringe all’ano), fegato, pancreas, mucose dell’apparato respiratorio, tonsille e polmoni, timo, tiroide, paratiroide
MESOBLASTA muscoli striati e lisci, scheletro e sistema osteo-articolare, cuore, tutti i vasi: arterie, vene, capillari, vasi linfatici. Sangue, reticolo endotelio, mesenchima, derma, reni, milza, pleura e peritoneo, corticossurrenale, gonadi, ipofisi anteriore
ECTOBLASTA sistema nervoso centrale: cervello e midollo spinale. Sistema nervoso periferico, simpatico, epidermide, mammelle, epifisi, ipofisi anteriore, midollo surrenale
Allo studio delle costituzioni la dottrina omeopatica ha contribuito con tre sue classificazioni
Quella francese (Nebel Vannier) basata sull’influenza esercitata dal dismetabolismo dei tre Sali di calcio per cui avremo tre biotipi
Carbonico, Fosforico, Fluorico
Quella italiana (Negro):
Carbonico, Sulfurico, Fosforico, Fluorico
Quella cui faremo riferimento (Bernard, Santini, Chiriacò)
Carbonico, Sulfurico grasso, Sulfurico magro, fosforico
Ogni costituzione è influenzata dalle quattro diatesi omeopatiche in proporzioni diversa (le prime tre individuate da Hahnemann, la quarta da Vannier)
Brevilineo astenico, endoblastico, carbonico, psorico-sicotico-tubercolinico, digestivo
Brevilineo stenico, mesoblastico, sulfurico grasso, psorico-fluorico, respiratorio
Longilineo stenico, cordoblastico, muriatico, psorico-tubercolinico, muscolare
Longilineo astenico, ectoblasta, fosforico, tubercolinico, cerebrale
La medicina delle costituzioni permette di conoscere la diversità biotipologica, elemento importante di diagnosi in medicina
In odontoiatria conoscere il biotipo è fondamentale al fine di diagnosticare e prevedere l’instaurarsi di un’atrofia funzionale e di selezionare la cura da applicare
I biotipi sono caratterizzati da una specifica individualità tipica del biotipo di appartenenza che comporta in ognuno risposte diverse nonostante la causa perturbatrice può essere la stessa
Allo stesso modo la mancanza di funzione provoca differenti lesioni a seconda del biotipo su cui si rileva e gli individui rispondono diversamente ai trattamenti loro applicati in funzione del loro biotipo ed esiste per ogni individuo un’espressione fenotipica personale (tratti somatici, caratteri biologici, reattività individuale agli stimoli funzionali ecc)
Sono tanti i fattori che concorrono a disegnare i tratti somatici e psicologici che ci consentono di stabilire il biotipo di appartenenza, così come sono tante le scuole che si sono cimentate in classificazioni biotipologiche
CRESCITA CRANIOFACCIALE E BIOTIPOLOGIA
Ogni biotipo ha peculiari caratteristiche di crescita craniofacciale, ed esprime la tendenza genetica verso un tipo particolare di malocclusione, mentre la funzione masticatoria se eseguita in maniera corretta rappresenta lo stimolo paratipico utile per orientare lo sviluppo dell’apparato stomatognatico di ciascun biotipo verso un’espressione fenotipica sana, capace di conferire all’organo della masticazione un buon equilibrio conforme al biotipo stesso, nella statica e nella dinamica della funzione
Se però la penetranza genetica relativa al biotipo è molto forte, può capitare che la funzione non riesca comunque a ristabilire un equilibrio nel rapporto morfofunzionale tra le basi ossee
Se la funzione masticatoria, a causa dell’alimentazione moderna, non è praticata in modo sufficientemente stimolante sulla quota crescita craniofacciale funzione-dipendente, ciascun individuo potrà esprimere il fenotipo che rispecchia la malocclusione caratteristica del biotipo di appartenenza
La malocclusione caratteristica di ciascun biotipo si manifesta in modo tanto più grave quanto minore è l’intensità delle sollecitazioni funzionali nel periodo dello sviluppo
ATTRIBUZIONE BIOTIPOLOGICA
Una grossa quota di crescita mandibolare è sotto il controllo della funzione, mentre il mascellare superiore, meno sensibile della mandibola agli stimoli funzionali ed ormonali, si sviluppa prevalentemente come epifenomeno della crescita della base cranica, espressione massima del biotipo dell’individuo e ne riproduce le forme lasciando intuire il biotipo stesso
CORDOBLASTA palato i cui diametri sono ben proporzionati e regolari come nel mesotipo mesocefalo mesodivergente. I valori dell’angolo intermascellare corrispondono ai valori medi riscontrati nella popolazione. Il cranio è ben sviluppato in tutti i diametri e presenta solitamente forma mesocefala o dolicocefala e di rado anche brachicefala. La fronte è alta e prominente, viso ben modellato e rettangolare, naso rettilineo o protuberante sviluppato in longitudine, il mento è naturalmente prominente. Le tre regioni del viso, occhi, naso e bocca, sono uguali. Questa stessa armonia si trova nella dentatura. I denti sono solidi, i canini sono normali e gli incisivi presentano i contorni latero-verticali dritti e paralleli. L’equilibrio del viso indica la coordinazione dei tre foglietti embrionali
Il biotipo cordoblastico rappresenta l’equilibrio perfetto dello sviluppo dei tre foglietti e degli organi derivati da questi. Lo si potrebbe denominare biotipo fisiologico. Sono individui longilinei e cranio dolicocefalo, sono dotati di forte energia vitale e sono autoritari. Hanno una forte e controllata sessualità, prendono decisioni rapidamente e si adattano con facilità a tutti i lavori fisici che intellettuali
E’ il longilineo stenico del Pende e possiede una fase stenica di lunghissima durata perché elimina perfettamente le scorie del ricambio e si difende ottimamente di fronte alle aggressioni morbose
Presenta scarsa patologia e quella poca sempre a carico dell’emuntorio naturale rappresentata dalla cute. Si accosta al tipo ideale, al tipo equilibrato e armonioso
È alto slanciato e di aspetto estetico armonioso per la buona proporzione tra i diametri longitudinali e quelli trasversi
Il rapporto tra le forze in gioco nella deglutizione e l’equilibrio tra sensibilità della cartilagine secondaria agli ormoni e la loro quantità in circolo, esprime la tipologia ben proporzionata del mesocefalo mesotipo mesodivergente con forma del viso solitamente rettangolare
Le basi ossee dell’apparato stomatognatico sono ben proporzionate e contrariamente agli altri biotipi tende alla prima classe scheletrica e dentale
Per le sue caratteristiche biotipologiche il cordoblasta è naturalmente predisposto ad una crescita mandibolare bilanciata, per cui in presenza di sollecitazioni funzionali e/o parafunzionali corrette , realizza facilmente l’armonia estetica e funzionale
Può essere presente per una funzione masticatoria blanda un’insufficiente crescita mandibolare con la presenza di una malocclusione di 2° classe scheletrica e dentale con angolo intermascellare mesoiperdivergente
I bambini cordoblasti praticano spesso un bruxismo funzionale notturno abbastanza intenso, con l’evidente scopo di ovviare alla carenza funzionale con un supplemento di parafunzione, e dare così uno stimolo alla crescita funzione dipendente che consenta all’apparato stomatognatico di raggiungere un rapporto occlusale di 1° classe scheletrica e dentale
Un eccesso dell’attività dei MPE può condurre questi pazienti ad una 3° classe scheletrica e dentale, mantendendo valori dell’angolo intermascellari compatibili con il biotipo
ECTOBLASTA palato in cui prevale il diametro anteroposteriore su quello trasverso come nel dolicocefalo iperdivergente con valori dell’angolo intermascellare superiori rispetto ai valori medi riscontrati nella popolazione. Il cranio è in prevalenza dolicocefalo e in alcuni casi si presenta appiattito notevolmente nelle regioni temporali e parietali. Il viso è angoloso e poco sviluppato sia di profilo che di fronte. Il palato è ogivale e la mandibola retrognatica. I denti in prevalenza sono stretti, bianchi o macchiati. I molari hanno diametro ridotto, gli incisivi sono trapezoidali con la superficie masticatoria più larga. I canini sono smussati.
Il biotipo ectoblastico si caratterizza per lo sviluppo delle derivazioni ectodermiche: epidermide cutanea, sistema nervoso centrale e periferico, sistema simpatico, epifisi, ipofisi posteriore e parte midollare del surrene.
I soggetti ectoblastici presentano insufficiente sviluppo dell’apparato masticatorio, muscolare e scheletrico e difficoltà digestiva
Presentano il cranio di forma dolicocefala
Possono essere presenti anomalie dello scheletro (cifosi o scoliosi)
Si caratterizzano per palati ogivali, per le posizioni distali mandibolari, per il mento poco sviluppato e per l’insufficienza respiratoria nasale
La mancanza di sviluppo causa gravi affollamenti, endognazie e posizionamenti distali mandibolari con morso profondo. I denti non presentano abrasioni cuspidali per atonia muscolare che impedisce la naturale abrasione
È il longilineo astenico del Pende o fosforico, dove la fase stenica è di breve durata, ma più lunga di quella dell’endoblasta. Questo è dovuto all’ipertiroidismo e all’ipersimpaticotonismo che se in un primo tempo sostiene il biotipo, poi lo disidrata velocemente, lo consuma, lo demineralizza e lo conduce alla fase astenica
Questi individui longilinei e dotati di scarsa forza muscolare si presentano con i tratti somatici del dolicocefalo, con i diametri anteroposteriori che prevalgono su quelli trasversi
Il profilo è affilato e convesso a causa della mandibola piccola e dell’angolo goniaco che tende ad aprirsi è accompagnato da un’iperdivergenza intermascellare con open bite scheletrico
Per la prevalenza delle forze interne al cavo orale su quelle esterne si ha tendenza all’estrusione di molari e premolari, favorendo l’instaurarsi di un morso aperto con open bite dentale
La crescita è in posterotazione, il piano occlusale è posteruotato, mentre il piano bispinale è anteruotato
In questo biotipo le strutture mandibolari deputate alla crescita intramembranosa di tipo mantellare sono poco sensibili alle sollecitazioni ormonali, per cui la mandibola resta piccola. I condili sensibili più alle sollecitazioni dei MPE che agli ormoni promuovono una crescita in posterotazione
Nella mandibola che posteruota il tasso di formazione di osso alveolare che è ridotto rispetto a quello della mandibola che anteruota è molto maggiore sul lato distale dei denti, mentre il tasso di riassorbimento è maggiore sul versante mesiale. Questo significa che durante la crescita i denti della mandibola che posteruota subiscono una mesializzazione fisiologica. Anche per questo la catena muscolare orizzontale di questi individui particolarmente debole, lascia prevalere la forza proinclinante della lingua sugli incisivi, favorendo l’instaurarsi di una proinclinazione
L’ectoblasta ha un’organizzazione neuromuscolare che porta all’iperdivergenza facendo maturare una malocclusione di 2° classe 1° divisione
Se in questo biotipo lo sviluppo dell’apparato stomatognatico avviene in presenza di una funzione masticatoria di tipo selvaggio con cibi duri, fibrosi ed usuranti è possibile assistere ad uno sviluppo della mandibola sufficiente a recuperare l’endognazia presente alla nascita. In questo modo la mandibola raggiunge il mascellare superiore e poi lavorandoci sopra lo modella e lo adatta alla funzione fino ad arrivare ad un rapporto maxillomandibolare di 1° classe scheletrica e dentale ma sempre con l’iperdivergenza caratteristica del biotipo
ENDOBLASTA palato ampio, di dimensioni superiori alla media, solitamente associato a malposizioni dentarie e/o diastemi distribuiti in modo non uniforme, indipendentemente dal rapporto tra diametro anteroposteriore e diametro trasverso. Presentano valori dell’angolo intermascellare abbastanza variabili, sono mediamente mesoipodivergenti, ma non è una regola fissa
Può essere presente open byte scheletrico o deep byte dentale
La fronte è rotonda e bassa, il cranio è brachicefalo o raramente mesocefalo e dolicocefalo.
Nasconde sotto il grasso uno scheletro poco sviluppato per la mancanza di mesoblasto
Il naso è rotondo e il viso è concavo o piatto, le labbra sono larghe e morbide
La mandibola è larga molto sviluppata, il mento è rotondo e largo. Corrisponde allo sviluppo dello stomaco ed è segno di predominio boccale e digestivo
I denti sono abbastanza bianchi, i molari sono larghi, gli incisivi sono corti con i bordi latero-vestibolari leggermente convessi, i canini sono poco pronunciati. La testa sembra pendere in avanti e si allarga alla base, il collo è largo e corto, la nuca sporgente
Dall’endoblasto derivano le mucose secretrici del tubo digerente e i suoi annessi: fegato pancreas, timo, tiroidi e paratiroidi
I soggetti endoblastici hanno una masticazione di tipo erbivoro
Sono in genere individui corpulenti atoni e obesi. Hanno una notevole capacità digestiva
È il brevilineo astenico del Pende o il carbonici che denuncia precocemente un orientamento patologico in quanto la sua fase stenica è di breve durata e quasi insignificante. In maniera piuttosto rapida il biotipo diventa astenico, depresso e appaiono le manifestazioni patologiche dovute all’incapacità di annullare i prodotti del ricambio dovuto anche all’azione della diatesi sicotica
Atonici tondeggianti e corpulenti, tendenti all’obeso già in età puberale, di statura variabile, sono caratterizzati da una certa lentezza dei movimenti e da debolezza muscolare
Possiedono grande capacità digestiva, con iperfunzione masticatoria di tipo erbivoro
Apparentemente brachicefali per l’abbondanza di tessuti molli che mascherano le reali dimensioni delle basi ossee dell’apparato stomatognatico, tendono ad avere un angolo intermascellare mesoiperdivergente
Presentano una grande ampiezza del mascellare superiore, con base molto sviluppata e forma arrotondata, spesso associato ad una mandibola grossa, ma con tendenza ad un rapporto di 2° classe scheletrica e dentale
Spesso i pazienti endoblastici presentano incongruenze occlusali quali incroci, brodie, denti ruotati, come se i singoli denti e/o le arcate dentali mancassero dei fini meccanismi che regolano i movimenti dentali ed occlusali che portano al raggiungimento di un rapporto interarcata in massima intercuspidazione stabile
MESOBLASTA palato con diametro trasverso prevalente su quello anteroposteriore, caratteristico del brachicefalo ipodivergente con valori dell’angolo intermascellare inferiori rispetto ai valori medi riscontrati nella popolazione
Il cranio è ben sviluppato in tutti i diametri ma l’altezza domina sulla larghezza, le forme brachicefale e mesocefale sono le più comuni
Il naso è prominente generalmente convesso e voluminoso
Il mento è a forma di zoccolo, i denti sono più grandi e meno bianchi che nel tipo endoblastico, i molari sono larghi, gli incisivi sono romboidali e i canini robusti e appuntiti
Lo sviluppo della parte centrale del viso corrisponde allo sviluppo del torace ed è segno di predominio respiratorio
In questo tipo prevale lo sviluppo dei tessuti che derivano dal foglietto mesoblastico: muscoli rossi, scheletro, cuore, vasi, sangue, reni, corteccia surrenale e gonadi
Le basi apicali dei mascellari sono ben sviluppate, in questo biotipo l’iposviluppo determina casi di morso coperto degli incisivi e di rado di endognazie con protrusione incisiva
Presentano denti con cuspidi abrase per la loro potenza muscolare
Ma se questa potenza muscolare non viene utilizzata come previsto dalla natura, la mancanza di sviluppo causata dall’alimentazione moderna provocherà nell’età adulta lesioni parodontali per l’eccessiva intercuspidazione dentale
Questi individui nei quali prevale la componente meosblastica sono dotati di una grande forza muscolare e di straordinaria resistenza, si presentano con i tratti somatici del brachicefalo, caratterizzato dalla prevalenza dei diametri trasversi su quelli anteroposteriori
Le basi ossee dell’apparato stomatognatico sono larghe, l’angolo goniaco tende a chiudersi. Per la prevalenza delle forze esterne al cavo orale su quelle interne, rappresentate dalla spinta centrifuga della lingua e dalla forza di eruzione dei denti si ha una tendenza all’intrusione dei molari e premolari, favorendo l’instaurarsi di un morso profondo, deep bite dentale
La crescita della mandibola è in anterotazione, il piano occlusale è anch’esso in anterotazione, mentre il piano bispinale è posteruotato
La mandibola del mesoblasta è particolarmente sensibile all’ormone somatotropo, alla tiroxina e al testosterone, quest’ultimo per altro ben presente, visto che la sua produzione avviene ad opera di gonadi e di surrene, organi che derivano dal foglietto mesoblastico
Questi ormoni sono particolarmente attivi a livello delle aree di crescita mandibolare in cui persiste la cartilagine secondaria anche ad ossificazione avvenuta e cioè nel condilo, a livello delle inserzioni muscolari, in particolare del processo coronoide ed infine nell’angolo goniaco
Il turnover della mandibola superiore a quello degli altri biotipi è caratterizzato da un tasso di formazione di osso alveolare maggiore sul lato mesiale dei denti, mentre il tasso di riassorbimento è maggiore sul lato distale. Per questo motivo i denti tendono a distalizzare
I denti del mesoblasta hanno una naturale tendenza alla distalizzazione, l’azione della loro catena muscolare orizzontale è particolarmente forte, superiore alla forza proinclinante della lingua sugli incisivi superiori e inferiori, si ha per questi motivi una complessiva tendenza alla biretrusione. In questo caso un trattamento ortodontico con estrazioni può peggiorare la funzione e l’estetica
La malocclusione prevalente in questo biotipo è la 2° classe 2° divisione
I mesoblastici sono biotipi positivi, rispondono in maniera eclatante agli stimoli funzionali somministrati in terapia ortodontica
ATTRIBUZIONE BIOTIPOLOGICA
In base all’ampiezza dell’angolo intermascellare, si può stabilire la rotazione di crescita mandibolare che è una caratteristica peculiare di ciascun biotipo puro
La rotazione di crescita mandibolare, nel periodo dello sviluppo, può crescere ruotando in senso antirorario ed in questo caso si parla di crescita in anterotazione, tipica del mesoblasta; può crescere ruotando in senso antiorario e allora si parla di crescita in posterotazione, tipica dell’ectoblasta, oppure può avere una rotazione di crescita bilanciata in basso e in avanti come avviene nel cordoblasta
RACCORDO MORFOFUNZIONALE DELLE BASI OSSEE
Alla nascita il neonato è endognatico, qualunque sia il biotipo di appartenenza, poiché la quota di crescita sotto il controllo della funzione è per la mandibola maggiore di quella del mascellare.
Se l’intensità degli stimoli funzionali nel periodo dello sviluppo non è adeguata, l’individuo resta con la mandibola più piccola ed in posizione tanto più arretrata rispetto al mascellare superiore
Lo stimolo funzionale è rappresentato dalla suzione che si verifica durante l’allattamento al seno e dopo lo svezzamento dall’alimentazione che tanto più è morbida e raffinata, quanto più la crescita della mandibola è ostacolata
In seguito allo studio del rapporto anteroposteriore della mandibola rispetto al mascellare superiore, le numerose scuole di ortodonzia hanno messo a punto sistemi di analisi cefalometrica che hanno consentito di stabilire tre rapporti basali dove quello di 1° classe scheletrica vede la mandibola in una posizione ideale per maturare una corretta chiusura dei circuiti propriocettivi; la 2° classe scheletrica vede una mandibola non cresciuta quanto basta per avere un buon rapporto morfofunzionale con il mascellare superiore; la 3° classe scheletrica vede una mandibola cresciuta oltre il limite richiesto per raccordarsi al mascellare superiori e questo in genere è legato prevaletemente a cause genetiche, ormonali o difetti funzionali respiratori che impediscono alle vie aeree superiori di svolgere correttamente la funzione respiratoria
Poiché l’osservazione clinica ha messo in evidenza che l’organo della masticazione raggiunge il miglior rapporto tra forma e funzione negli individui in prima classe scheletrica e dentale, nella concezione classica dell’ortodonzia, questa condizione è sempre stata considerata come l’unico obiettivo da perseguire per ottenere un risultato terapeutico ottimale
Spesso il conseguimento di tale risultato viene ottenuto senza tenere conto della biotipologia e quindi della costituzione del soggetto. Sappiamo come lo studio delle costituzioni ci dà degli strumenti preziosi per comprendere quali sono le condizioni che determinano lo stato di salute e quali incidono sulla facilità allo stabilirsi di perturbazioni che possono perturbare la crescita
Ottenere ad esempio una prima classe scheletrica e dentale ad ogni costo, ricorrendo a sistemi meccanici, ad estrazioni e dentali, trazioni extra-orali, può creare seri problemi allo stato di salute
Si raggiunge con questi sistemi un rapporto di prima classe scheletrica artificiale, sganciati funzionalmente dalla postura naturale dei muscoli della masticazione e dalla relazione articolare, creando un rapporto di intercuspidazione non in sintonia con la postura muscolare
È chiaro che la conoscenza della biotipologia costituzionale permette di comprendere che rapporti di 2° o 3° classe in pazienti costituzionalmente in equilibrio, anche il rapporto mandibolare può essere in equilibrio perché rientra nel biotipo di appartenenza nel suo stato di fisiologia
Questo perché la malocclusione è dovuta all’espressione fenotipica di un biotipo non corretto dalla funzione, in questo caso l’intervento terapeutico consiste nell’indurre la guarigione interrompendo la tendenza verso le alterazioni anatomofunzionali dovute al prevalere del biotipo stesso.. lo scopo è quello di riequilibrare il sisitema neuromuscolare, somministrando delle sollecitazioni funzionali che compensano la carenza di funzione
È ovvio che non può esistere una classificazione statica delle malocclusioni, ma esisteranno malocclusioni individuali, legate cioè alla modalità biotipologica di appartenenza, dove le variabili costituzionali e diatesiche possono essere aggravanti tali da rendere necessaria una terapia individuale
La deglutizione è il momento funzionale responsabile del rapporto angolare craniomandibolare; questo è il momento funzionale in cui si confrontano fin dalla decima settimana di vita intrauterina, le forze muscolari esterne al cavo orale con quelle interne, rappresentate in un primo tempo dalla spinta centrifuga della lingua ed in seguito anche dalla forza di eruzione dei denti
Dal rapporto tra le forze sterne al cavo orale e quelle interne dipende il valore dell’angolo intermascellare che utilizziamo come metro di valutazione del biotipo
La rosa dei venti di Sassouni riassume tutte le combinazioni possibili dei rapporti anteroposteriori ed angolari tra mandibola e mascellare superiore realizzabile sul piano sagittale mediano ediagnosticabili su teleradiografia laterolaterale
Dalla rosa dei venti possiamo per esempio osservare come intorno al mesotipo mesodivergente in 1° classe scheletrica e dentale, troviamo tutte le variabili in relazione alla predominanza biotipologica con tutti i gradi di patologia. Soltanto riconoscendo la biotipologia possiamo stabilire il nostro progetto terapeutico prevedendo la risposta allo stimolo se essa sarà o meno favorevole
È importante contemplare nella nostra classificazione biotipologica i biotipi negativi, i quali indipendentemente dalla divergenza e dalla classe scheletrica si presentano ipotonici epoco responsivi a quei trattamenti che richiedono una partecipazione dell’attività neuromuscolare del paziente.
La dottrina omeopatica e lo studio delle costituzioni ci permettono di comprendere quali siano le condizioni morbose che incidono su tale negatività di risposta. Sappiamo che gli astenici se presentano la predominanza di diatesi che incidono sull’assetto scheletrico e muscolare, come ad esempio la luesinica e tubercolinica. Le due costituzioni asteniche sono la fosforica e la muriatica
Chi non ha conoscenza della medicina delle costituzioni può trovare serie difficoltà diagnostiche di fronte ai soggetti ad esempio ipodivergenti che per i loro lineamenti e per la loro ipodivergenza possono confondersi con i mesoblastici. Invece appartengono alla biotipologia endo o ecto che se aggravate dalle componenti diatesiche diventano difficili da guidare verso una correzione funzionale
È necessario fare un esame obiettivo per valutare i caratteri morfologici e stabilire la rotazione di crescita mandibolare, per collocare il nostro paziente nella rosa dei venti per poi tracciare una previsione di crescita verso la guarigione clinica.
Lo studio delle costituzioni umane e la dottrina omeopatica portano un contributo importante per definire gli altri importanti aspetti dell’individuo nella sua complessità e globalità
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