Scegliere di curarsi attraverso l’Osteopatia
In un mondo come quello che stiamo vivendo, dove l’abbondanza e la ricchezza hanno portato al prolungamento della durata delle nostre vite, attraverso tutti i sistemi terapeutici farmacologici e chirurgici generati dalla evoluzione tecnologica, verrebbe da chiedersi a cosa possa servire una terapia basata sul semplice uso delle mani, che mira alla ricerca di equilibrio e di elasticità nel corpo. Eppure nell’arco di 20 anni, tant’è la mia esperienza osteopatica, ho visto una veloce diffusione e aumento della domanda di un intervento terapeutico mirato a risolvere i problemi di rigidità e blocco che il corpo presenta dando sintomi più o meno gravi.
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Conosciamo meglio l'Osteopatia
Le risposte a questa domanda sono molteplici e apparentemente semplici.
Abitualmente le persone si rivolgono all’osteopata per il mal di schiena, fiduciosi sulla capacità di questo nel rimettere a posto gli squilibri delle vertebre, ma negli ultimi anni aumenta sempre più la platea di gente che cerca una soluzione osteopatica per qualsiasi sintomo o malattia.
I sintomi che investono oggi migliaia di persone sono i più disparati e spesso cronici: dolori diffusi dalla testa ai piedi, dolori localizzati su articolazioni o tessuti e molte volte per cattive abitudini o per esiti traumatici e chirurgici che disturbano le funzioni primarie della vita come il sonno, la deambulazione, la digestione, la sessualità, la respirazione. Ecco quindi che disturbi dell’apparato digerente (colite, gastrite) e viscerale (fegato ingrossato, coliche biliari, coliche renali, cistiti, ecc) in genere definiti troppo spesso come effetti dello stress o di agenti batterici, diventano per molti problemi cronici che tendono a portare spesso ad una malattia in quanto “curati” solo attraverso farmaci sintomatologici (anti acido, antinfiammatori, antibiotici, ecc) . L’osteopata può aiutare molti di questi pazienti non solo a vivere meglio, ma anche molte volte a guarire dalla loro disfunzione.
Già il capostipite dell’osteopatia Andrew Taylor Still nella seconda metà dell’ottocento aveva capito l’importanza di creare un sistema di cura che non si interessasse solo dei sintomi, ma che riuscisse a capire a fondo i meccanismi che li sostengono e che se trascurati trasformeranno i sintomi in malattia. Lui stesso diceva che il corpo umano si autoregola e possiede tutte le sostanze necessarie per guarire, basta stimolarne la produzione. Nei lunghi anni di pratica medica raggiunse la convinzione che alla base del processo di auto guarigione c’è la potenzialità di movimento che ogni organismo, dalla cellula all’uomo, possiede.
Questo lo portò a postulare il primo principio dell’osteopatia: “la vita è movimento”.
Dicevamo prima che se un organismo vizia i suoi comportamenti ad esempio nello stile di vita (alimentazione, relazioni sociali, posture, ecc) tenderà facilmente a perdere gradi di libertà del movimento nel suo spazio d’azione, insomma tenderà ad irrigidirsi e muoversi in maniera limitata. Quando il movimento all’interno delle strutture biologiche, dalla cellula ai tessuti e gli organi, si altera, le reazioni di regolazione si rallentano o deviano dal comportamento fisiologico e oggi, grazie agli studi effettuati sulla biomeccanica cellulare sappiamo quanto la meccanica alterata influisca nella qualità delle sostanze prodotte dalle cellule, influenzandone anche l’attività genetica.
Qualsiasi processo morboso ha una natura insita nella specifica reazione che le cellule del nostro corpo attivano in risposta alle sollecitazioni esterne, sia da stress quotidiano che da traumi, più le cellule hanno libertà di movimento e di azione più la loro adattabilità sarà efficace.
Le risposte del nostro corpo allo stress le possiamo esemplificare in maniera molto semplice.
In occasione di uno stato di allarme qualsiasi animale attiverà delle risposte adeguate per reagire con l’attacco o la fuga. Questo comporterà inizialmente un aumento del tono muscolare, della pressione arteriosa, iperattività del sistema nervoso simpatico, aumento della reattività immunitaria, e così via. Questo stato normalmente si esaurisce una volta che è terminato lo stato di allarme.
In alcune condizioni particolari, come uno stress cronico o un trauma/ intervento chirurgico in un particolare momento di sovraccarico dell’organismo, lo stato di iperattività o di allarme può perdurare oltre il dovuto generando via via, un’infinità di sintomi muscolo scheletrici, cardiovascolari, endocrino immunitari e nervosi.
In situazioni già compromesse uno stato di iperattività può generare delle patologie gravi e a volte fatali, , infarto del miocardio, ictus, vasculiti, sclerosi a placche, artrite reumatoide, coliche renali ecc., ma la maggior parte delle volte viene ben tollerato dal paziente quando rimane in questa fase per un breve periodo di tempo.
Per il principio di autoregolazione dell’organismo, questo stato di iperattività raggiunge dei picchi con delle cadute funzionali che portano ad una fase di ipo attività dei sistemi interessati.
È proprio in questa fase che compaiono i primi sintomi del processo che era stato attivato nella fase iper. Influenze, mal di testa, dolori muscolari, ansia, panico, disturbi dell’equilibrio, ulcere, angine, immunodepressioni, insomma una caduta di tutte le potenzialità reattive, ma con una riposta sintomatologica che rappresenta il più delle volte una fase di drenaggio e di rigenerazione del sistema.
In queste fasi il corpo attiva i processi di riparazione/auto guarigione, ma non sempre nella maniera più efficace e se l’organismo ha poca disponibilità o le soluzioni che attiva sono deviate o bloccate dalle rigidità meccaniche che ha accumulato negli anni a seguito di un vissuto più o meno traumatico, probabilmente non riuscirà ad ottenere un adeguato adattamento.
Gli osteopati a secondo della momento in cui incontrano il paziente decidono se e come intervenire per modulare la fase di ipo o iper attività, e portare il paziente ad un oscillazione più equilibrata eliminando sia i sintomi sia i rischi di patologie, rieducando il paziente ad uno stile di vita più adeguato.
L’osteopata ottiene questi risultati grazie all’esame dei tessuti ove sono segnate attraverso cicatrici, esisti infiammatori, densità, tumefazioni, amputazioni, e altre alterazioni morfologiche, tutte le conseguenze degli stress della vita di una persona.
Egli cerca gli elementi di rigidità più gravi che determinano un cattivo funzionamento dell’intero organismo. Questi possono localizzarsi sia sui muscoli, sulle ossa, sugli organi, sulla pelle e sui tessuti molli in genere, e attraverso la palpazione e la manipolazione, eseguita con tecniche specifiche in costante aggiornamento, riesce a ridare la giusta mobilità alle strutture interessate.
L’osteopata si occupa sia delle cause che dei sintomi, anche se per lui non è importante dove si localizza il sintomo, in quanto sa bene che spesso questo corrisponde ad una spia di malfunzionamento che può coinvolgere anche strutture lontane dal punto di dolore. Ogni osteopata, fiducioso delle capacità di autoguarigione cerca di sfruttare la forza vitale del corpo, liberandola ove bloccata e mettendo così a disposizione le sostanze necessarie per disinfiammare e riparare i tessuti coinvolti.
Nei casi in cui il paziente presenta una patologia complessa con forte cronicità, l’osteopata si avvale della collaborazione di altri specialisti, per rieducare diverse funzioni quali la masticazione, la coordinazione motoria e posturale, la deglutizione, l’attività sensoriale dell’udito, della vista, della propriocezione, ecc. Insomma l’osteopata è una figura importante e spesso centrale anche in molti programmi di rieducazione motoria o psicomotoria.
Da quello che si è detto possiamo riassumere l’osteopatia come una disciplina che si occupa della biomeccanica umana, cioè di tutte quelle parti del corpo che hanno un movimento, spontaneo o indotto. Detto questo si può capire che l’osteopatia è indicata per tutti e a tutte le età.
In età pediatrica si sta rivelando sempre più efficace nella risoluzione di problemi più o meno importanti determinati dal parto, e molti pediatri sono sempre più attenti alle indicazioni degli osteopati relative alla prevenzione e ai controlli della crescita muscolo-scheletrica dei bambini. nel 2009 c’è stato un primo convegno nazionale in cui i pediatri e gli osteopati si sono incontrati scambiandosi opinioni e pareri in maniera molto positiva. Questo può far ben sperare in un più veloce sviluppo dell’osteopatia pediatrica in Italia.
Ovviamente nell’adulto e nell’anziano l’osteopatia è sempre indicata in caso di disturbi dell’apparato muscolo scheletrici, ma non solo, aumentano sempre di più i pazienti che richiedono le cure osteopatiche per problemi di mal di testa, dolori addominali, disturbi funzionali e sintomi di squilibrio neurovegetativo e del sistema nervoso in genere.